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Lezioni di orientamento energetico: 1) I “devo” del nostro subdolo Sé Normativo

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Un passo fondamentale per orientare meglio le nostre energie è identificare convinzioni e automatismi (prevalentemente inconsci) di auto sabotaggio: vere e proprie trappole che la mente (che mente) ci propone in continuazione per evitare che ci svegliamo e decidiamo una buona volta di essere un po’ più felici e consapevoli.

Questa caccia alle trappole può essere dolorosa se ci prendiamo troppo sul serio o se ci facciamo sedurre dai mielosi buonismi della new age da strapazzo, ma può risultare anche divertente e stimolante se ci lasciamo guidare dal buon senso, molta autoironia e soprattutto dal desiderio di essere più liberi.

Tutti diciamo un sacco di “devo” e sono quasi tutte bugie.

Dietro ogni “devo” c’è una dispersione energetica, un più o meno velato autogiudizio (che ci avvelena) e un implicita affermazione di arroganza e mancanza di fiducia nella magia della vita, perché se sono io che “devo” significa che dipende solo da me, che non ho bisogno di una rete di sostegno, che non ho bisogno di “chiedere” e che sono separato dal tutto.

I devo sono figli del giudice interiore, di quel Sé normativo che abbiamo costruito inconsciamente facendoci suggestionare dai “devo” e dall’insicurezza degli altri, di quella vocina petulante e fastidiosa che molto rigidamente e arbitrariamente ci suggerisce cosa è bene e cosa è male, cosa è giusto e cosa no.

I devo sono figli di un moralismo da strapazzo che i devozionalismi della religiosità superstiziosa e dogmatica hanno inculcato nel nostro dna da secoli.

È curioso come non ci siano devo, rigidità e pomposità nelle pagine del Vangelo, dei sutra buddisti e nelle parole e opere di persone veramente spirituali.

I devo non fanno distinzioni di cultura, classi sociali, età. Tutti abbiamo i nostri per poterci tormentare un poco e avvelenare la nostra produzione energetica sino a quando non ce ne accorgiamo!

A volte scopro dei devo subdoli dentro di me travestiti da identificazioni nel mio “ruolo”, o da suggestioni iperspirituali che i moltissimi anni di lavoro personale non hanno ancora smantellato del tutto…. È bellissimo scoprirli, smascherarli, ridere di se stessi e affidarsi alla magia della vita!

Se analizziamo con buon senso la genesi di un “devo” scopriamo che è molto divertente.

Quando usiamo questo operatore di necessità da un punto di vista energetico produciamo disagio (che entra nel campo quantico e ammorba noi e l’aria intorno a noi) perché ci sintonizziamo su una aspettativa, una mancanza, una frustrazione e così facendo usciamo dal qui ed ora e diamo le redini della produzione energetica alla nostra mente e alle sue frottole…

Se non si tratta di pagare una multa, le tasse, prendere i bimbi a scuola….o altre necessità impellenti, i “devo” sono altamente controproducenti dal punto di vista energetico perché hanno la frequenza opposta al desiderio. E infatti ci allontanano dalla méta.

Nessuno ordina il suo piatto preferito al ristorante o si dedica alla sua passione artistica, sportiva o ricreativa utilizzando un “devo”. Lo fa e basta, lo fa perché vuole, desidera, è appassionato e felice !

Dentro ogni “devo” c’è un rimpianto, un immagine precostruita (e spesso fasulla) del sé che necessita di essere confermata, un dolore derivante dalla scarsa conoscenza del proprio mondo interiore e dalle suggestioni del Sé normativo che sono iniziate sin da bambini…

Contrariamente a quanto si pensa i devo non aiutano a rispettare le regole, non servono a disciplinarsi, anzi, rafforzano la mancanza, la scarsa autostima e l’insicurezza!

Devo andare in palestra, devo mettermi a dieta, devo essere più buono, devo ordinare la scrivania, devo scrivere un nuovo libro, devo guadagnare di più (o spendere meno), devo andare d’accordo con tizio e caio, devo risolvere questo problema, devo andare a lavorare….. sono tutte rappresentazioni energetiche di qualcosa che al momento non ci appassiona, non desideriamo con pienezza, non vogliamo con quella meravigliosa caparbietà che dimostrano i bambini quando afferrano un giocattolo al negozio…

Siccome il buon senso ci insegna che le cose accadono, che la vita è quella cosa che accade mentre si fanno i progetti e che ognuno fa quello che può… è perfettamente inutile ammorbarsi l’anima portando l’attenzione su come siamo brutti e cattivi!

Possiamo perdonarci e mandare amore a noi stessi, accogliendo il presente con tutto quello che comprende, senza farne un nemico.

É molto più sensato riferirsi alla propria condizione fisica, relazionale, creativa, professionale o economica con pazienza, fiducia, attenzione e autenticità, scegliendo con cura la priorità, mettendo in discussione il nostro bagaglio di credenze e certezze, facendo una pernacchia al nostro Sé normativo e semplicemente cominciando a immaginare come sarebbe la nostra vita se…..riuscissimo a fare spazio agli oggetti dei nostri “devo”, trasformandoli in “posso” o addirittura in “voglio”.

Questo processo inevitabilmente risulterà per certi aspetti fastidioso, perché ci accorgeremo che di quella determinata cosa non ce ne può fregare di meno e faremo i conti col continuare a mandarci comunque amore anche con questa nuova consapevolezza….

Smascherare i devo è profondamente diverso dal buonismo new age (si capisce che non mi è simpatica?) o dal pensiero “magico” e semplicistico…perché non è un automatica equazione di felicità. A meno che non abbiate redditi milionari e siate costantemente adagiati sulle spiagge della California a sorseggiare un cocktail e cazzeggiare è piuttosto probabile che la scoperta delle vostre zone d’ombra dia un po’ fastidio.

Però scoprire è guarire. Accorgersi di aver creduto a delle sciocchezze è meravigliosamente liberatorio perché possiamo decidere finalmente a cosa ci interessa dedicare tempo, energia e spazio.

Finché la vita è piena di devo non c’è spazio per la libertà. Non c’è il tempo per accorgersi delle meraviglie che ci sono proprio adesso nel qui ora intorno a noi.

Accorgersi di non dover dimostrare nulla a nessuno, ricordarsi che le cose accadono, che siamo vivi ADESSO (e non sappiamo per quanto) , essere consapevoli di avere un meraviglioso potenziale creativo da scoprire, esprimere e condividere è molto liberatorio….

Finché la vita è piena di devo è difficile scoprire la nostra unicità, accorgersi di come possiamo essere più soddisfatti e darci il permesso di farlo!

Come esercizio pratico provate a scrivere l’elenco dei devo che vi trovate ripetere più sovente e poi mettendovi un naso rosso da clown, guardatevi allo specchio e cercate quelli che non sono vostri, non vi appartengono, sono fasulli e proposti dal Sé normativo-buffone….

Selezionate quelli che vi accorgete che vi stanno a cuore veramente e trasformateli in desideri, chiedendo aiuto alla vita (agli Angeli, all’inconscio, o a quali essi siano i vostri riferimenti) e datevi il permesso di accorgervi di come crearli e di come fare spazio al nuovo….

Fatemi sapere come va scrivendomi a luca@oep3.com e arrivederci alla prossima “lezione”

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