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Ricalibrazione e leggerezza per questo periodo di crisi e sconforto

La ricalibrazione è un argomento di grande attualità di questo momento storico.

Si può parlare di necessità di ricalibrazione a molti livelli:

  1. Politico, dato che la crisi economica ha portato alla luce il sistema di corruzione, clientelismo e malaffare del vecchio modo di fare politica.

  2. Economico, visto che che il fallimento del modello capitalistico, e l’atteggiamento di chiusura delle banche ha provocato il progressivo e irrecuperabile indebitamento di molti stati.

  3. Sociale, con le conseguenze che la crisi ha portato sul piano dello sviluppo, del mercato del lavoro e il conseguente disagio dilagante.

  4. Culturale, a causa della riduzione degli investimenti, della mancanza di fondi per la cultura e la ricerca e del dilagare di modelli di intrattenimento “usa e getta”, tipici dei periodi di regressione.

Si può poi parlare di ricalibrazione a livello ecologico, energetico, spirituale, relazionale affrontando l’argomento da angolature più o meno esoteriche, quello che è indubbio è che un profondo processo di ricalibrazione serva e sia già in atto.

Che cosa vuol dire ricalibrazione?

Ricalibrare uno strumento, un sistema, un processo, significa modificarne i parametri, stabilire nuovi punti di riferimento, fare delle “tare” diverse e, alcune volte, ricercare nuovi obiettivi e punti di vista…

Quando è necessaria una ricalibrazione?

Una ricalibrazione è necessaria quando uno strumento, un processo, un sistema non è più affidabile e sicuro, come una bilancia che non pesa più con precisione …

La ricalibrazione è un processo utile, evolutivo, indispensabile e inevitabile che consente di modificare  i punti di vista e trasformare i limiti in possibilità e risorse.

Dal punto di vista energetico, che è quello che interessa maggiormente noi, ricalibrarsi significa rendersi conto delle differenze esigenze dei tempi che stiamo vivendo, osar lasciar andare vecchi schemi e modelli non più funzionali e aprirsi a nuovi paradigmi di vita, pensiero, relazione e cocreazione.

Una ricalibrazione energetica e personale  crea i presupposti per ricalibrarsi a tutti i livelli e cocrea la ricalibrazione politica, economica, sociale e culturale. Ogni passo evolutivo che compie il singolo individuo,  si ripercuote sulla collettività e facilita l’evoluzione di tutta la collettività.

La metafora del 2012, perché di metafora si è sempre parlato – al di la delle ipotesi catastrofiche e superstiziose che hanno attecchito per lo più nella cultura essoterica e divulgativa – illustra perfettamente l’esigenza e l’inizio di un processo collettivo di ricalibrazione.

I punti del processo di ricalibrazione

1)    Ricalibrare il rapporto mente – cuore.

Questo significa raggiungere  l’integrazione di questi due “poli” energetici piegando la mente alla più raffinata ed evoluta energia del cuore.

Nella nostra scuola – orientata al ben essere – insistiamo molto sul concetto di lieto “sentire”, quello stato di pienezza, pace, motivazione, passione per la vita che  a volte accade spontaneamente e  “sembra “ di avvertire nel cuore. È uno stato indipendente da cosa si fa, cosa si ha  e dove si è, ed è legato più al significato che diamo alle cose, agli eventi e alle situazioni piuttosto che ai fenomeni stessi.

Il lieto sentire è uno stato accompagnato da presenza mentale – cioè capacità di essere “qui e ora”, senza identificarsi nel passato o nel futuro, nelle emozioni o nei pensieri

Questo stato piacevole fa bene a noi e agli altri, è contagioso,  favorisce il benessere dell’organismo e rende più semplice l’affrontare qualsiasi situazione.

La mente

Il “regno della mente” è durato molti secoli. La mente è stata padrona assoluta dopo la rivoluzione copernicana, con l’avvento del razionalismo illuministico e ha prodotto anche tanti bei frutti andandosi a contrapporre  – e  a ricalibrare –  un precedente periodo di regno della “pancia”, delle viscere e cioè un periodo storico dominato da emozioni, passioni, impulsi istintivi e caratterizzato da superstizione e  irrazionalità dilagante…

La mente opera distinzioni, differenzia, separa, esplora ogni ambito dell’esperienza e osa addentrarsi anche in quello più astratto della non-esperienza, e cioè di tutto ciò che è teoricamente possibile e può accadere. Nel suo operare distinzioni, la mente produce anche  ogni genere di sofferenza, sotto forma di dubbi, paure, dialogo interno, preoccupazione che alla luce dei più moderni studi scientifici  si rivelano logoranti per la salute e l’equilibrio.

Per arginare la mente e tenerla a bada ci vuole allenamento, calma e presenza. Pratiche come la meditazione, musiche rilassanti, ritmi adeguati e non stressanti, contatto con la natura e attività fisica favoriscono questo stato.

★ Praticare presenza mentale (come i monaci buddhisti fanno da tempo) rende più centrati, equilibrati, sani e consapevoli.  Nella presenza mentale, la mente è come una sentinella che tiene a bada se stessa, chi entra e chi esce. In questa metafora, “chi entra e chi esce” sono le mille suggestioni della mente e il lavoro della sentinella/consapevolezza è quello di depotenziarle e lasciarle andare se inutili o sottoporle all’attenzione del cuore se utili.

Il cuore

Il cuore – sia in senso lato, popolare – che in senso anatomico funzionale è un organo centrale, mentre la mente (cervello) è separata. Il cuore si sente battere nell’ecografia dopo poche settimane, quando il cervello non è ancora formato, quale intelligenza dunque lo fa battere e funzionare? I campi elettrici e magnetici del cuore sono molto più potenti di quelli del cervello… 5000 volte più potente il campo magnetico e 60 volte più potente quello elettrico misurato da Ecg ed Eeg.               Il cuore è indubbiamente un organo energeticamente più forte. Il cuore inoltre ha una memoria che pare rimanga anche dopo un trapianto, quindi vivendo con “un altro” cervello.

Il cuore è più gradevole ed apprezzato anche a livello metaforico: preferite passare un’ora con una persona di cuore o con una “cervellotica”? Oppure stare con una persona senza cuore o con una senza cervello, un po’ sciocca?

Mente, cuore e legge d’attrazione

Molti studi sul magnetismo umano, molte teorie legate alle medicine moderne e  alcune ipotesi sull’inconscio collettivo, sembrano confermare il concetto – un po’ esoterico e new age   – della “Legge d’attrazione”, di cui si è parlato molto negli ultimi anni che afferma che “attiriamo a noi ciò su cui siamo sintonizzati”. La legge d’attrazione funziona a livello fisico, mentale ed emozionale.   (A questo proposito c’è un interessante video sul ns. sito).

Ciò che più di ogni altra cosa regola il processo di attrazione è , nuovamente, il nostro “sentire”. Non tanto ciò che facciamo o pensiamo, ma il significato che gli diamo e come ci sentiamo a livello interiore. Per la legge d’attrazione  noi esseri umani e tutti gli esseri viventi siamo come dei ricetrasmettitori energetici capaci di influenzarci positivamente o negativamente a vicenda.

Un biologo inglese, Rupert Sheldrake, già insegnante a Cambridge, ha elaborato una teoria per la quale per produrre un significativo cambiamento evolutivo deve modificarsi un campo (elettromagnetico?) morfogenetico collettivo di risonanza. Se un certo numero di individui, per un certo periodo sviluppa proprietà psichiche, comportamentali o spirituali, automaticamente queste vengono acquisite da tutta la specie…

Il passaggio dalla mente al cuore è dunque il primo passo per  arrivare in molti a ricalibrare il nostro “sentire” e di conseguenza migliorare – inevitabilmente – le condizioni energetiche e sociali della terra.

2) Ricalibrare lo sfondo.

La mente ha esagerato. Nevrosi e stress dilaganti hanno portato ad un’esasperazione della separazione. La bellezza della diversità tra le persone, di opinioni, interessi, gusti e convinzioni, è andata perduta perché la mente ha passato il limite creando una dispersione energetica collettiva. Siamo tutti come formiche impazzite che scappano da ogni parte per sfuggire alle nostre nevrosi, paure, emozioni e rancori.

Questo difficile periodo che stiamo vivendo rende ancora più drammatica la dispersione. Anziché fare corpo comune, cooperare e mettersi insieme per trovare delle risorse, la separazione della mente ci porta a isolarci, a disperderci e a censurare inseguendo – comprensibilmente – le più disparate possibilità per trovare un poco di sollievo.

L’elemento di cocreazione è dunque negativo. Lo sfondo che permea le nostre giornate, le “impressioni” che ci rimangono addosso quando torniamo a casa, leggiamo un giornale o guardiamo la tv, sono negative. C’è pessimismo e sconforto.

Per modificare questo sfondo occorre  creare un campo energetico collettivo che osservi la crisi e il periodo da un’altra angolatura.  Iniziare a vedere, leggere, parlare, e pensare a questo periodo come un positivo processo di ricalibrazione e una preziosa opportunità , piano piano produrrà un cambiamento dello sfondo energetico collettivo.

Come si fa? Ancora una volta il parametro è ciò che sentiamo nel cuore.

Se un pensiero, un discorso, una valutazione della realtà o degli eventi producono un “sentire” pesante e se ci accorgiamo che la mente ci porta fuori dal qui e ora, proiettandoci nel passato con i rimpianti o nel futuro con le ombre della paura, allora abbiamo il potere di interrompere questo processo. È un gesto di responsabilità, verso noi, gli altri e il pianeta.

Una metafora che può aiutarci è quella della polarità buio – luce. Quando si porta luce da qualche parte, ad esempio in una soffitta, si può vedere ciò che realmente c’è. Il momento che stiamo vivendo a livello collettivo sta prepotentemente evidenziando i problemi e le contraddizioni sociali, politiche, economiche  che per molto tempo sono state nascoste nell’ombra. Questo è un periodo di luce, anche se apparentemente può sembrare oscuro. È un momento di luce perché soltanto la luce permette di vedere e osservare ciò che non va, ciò che può essere modificato.

L’attrazione collettiva che stiamo esercitando è un’attrazione di dolore e sconforto. Mentre la ricerca di benessere sotto forma di distrazioni, escamotage, valvole di sfogo è sempre più individuale e distinta, lo sfondo attuale comune è concentrato sui problemi, sullo sconforto e sulla paura.

Ricalibrare lo sfondo significa invertire questa tendenza. Se impariamo a non prendere sul serio quello che la mente ci propone rispetto alle nostre contraddizioni e alle  “apparenze” di questo periodo, possiamo portare in superficie la fatica e la difficoltà e mettere sullo sfondo la fiducia nella bontà e nella necessità di questo processo evolutivo.

Potremo così trasformare i nostri limiti e  il limite di questo periodo (la crisi) in una risorsa (la scoperta di nuove potenzialità creative) così come in passato abbiamo fatto ad esempio, con i corsi d’acqua che prima erano considerati ostacoli e poi opportunità da sfruttare con le dighe…

Per fare questo, occorre riscoprire antiche  frequenze come l’attesa e la coscienza della ciclicità, che la civiltà super velocizzata ha dimenticato. Saper aspettare, saper rispettare i cicli naturali della gestazione e della crescita significa operare una scelta e  accedere alle risorse di fiducia e semplicità che appartengono al nostro essere più puro e bambino.

3)    Ricalibrare le relazioni

Il passaggio da un sistema vecchio a uno nuovo non è un’operazione semplice e immediata. Siamo condizionati dall’abitudine, dalle nostre vecchie neuro associazioni, oltre che da uno sfondo collettivo che è ancora fortemente improntato sul negativo. Gli impulsi del nuovo sono come “semi” che hanno bisogno di tempo, luce e protezione per diventare piante forti e robuste.

Facciamo fatica, siamo pieni di contraddizioni, alcune delle quali fanno proprio parte del processo di ricalibrazione in atto. Nell’interagire con le altre persone è facile entrare in risonanza con la loro fatica, le loro emozioni  e contraddizioni. La nostra mente ci può sedurre con la sua separazione nel giudicare noi stessi e gli altri, nell’ irrigidirci, nel voler convertire o soccorrere o nel partecipare emotivamente ai drammi altrui,  entrando in risonanza con la loro separazione.

Se accogliamo il seme della ricalibrazione e scegliamo di modificare il nostro sfondo – per ricercare un qui e ora più sano e creativo – dobbiamo mettere in preventivo che  altre persone, anche vicine a noi,  non abbiano ancora fatto questa scelta, forse perché hanno solo bisogno di più tempo o di altre esperienze.  Se lasciamo che il dolore, la rabbia, la separazione o la drammatizzazione di un’altra persona ci coinvolga e ci catturi, se ci lasciamo sedurre – magari perché cercano di toccarci proprio nei punti deboli – non facciamo bene né a noi né a loro.

È consigliabile rimanere centrati su di noi, “praticare” la presenza e il cambiamento dello sfondo,  per acquisire presenza, stabilità emotiva e buonumore costante, fiduciosi che prima o poi, il nostro  cambiamento parlerà per noi, al posto delle nostre parole.

La nostra ricalibrazione favorisce la ricalibrazione di chi ci sta vicino. Un aiuto, in questo periodo possono darcelo i bambini, che sono già naturalmente “pronti” e  “programmati” per i cambiamenti di cui abbiamo parlato…

Esercizio di ricalibrazione

In piedi, possibilmente rivolti a est, gambe aperte della larghezza delle spalle e palmi rivolti verso la terra. Affermare la volontà di equilibrio, stabilità e guarigione delle frequenze. Affidarsi al proprio Angelo Custode.  Immaginare sotto la pianta dei piedi ben appoggiata a terra un flusso che scende in senso antiorario verso la profondità della terra. Non muovetevi (ne immaginatevi di girare voi) ma immaginate soltanto il flusso energetico  che scende man mano sempre più profondamente, mentre voi da fermi lo seguite. Contate lentamente 49 giri verso il basso, come un cavatappi che penetra in profondità.

Arrivati alla fine immaginate un’enorme caverna piena di giganteschi cristalli altissimi disposti a cerchio.  Sentite la pace nel cuore. Siete nel centro di questa griglia cristallina e ripetete 3 volte: “chiedo Luce alla storia della mia anima”  e “prendo forza dalla storia della mia anima”. Immaginate di risalire (senza contare)  sino al livello di partenza, volgete i palmi verso il cielo e incominciate a salire  verso l’alto, sempre senza muovervi, contando lentamente 49 giri in senso orario, immaginando di salire sino alla stelle. Lì immaginate di salire alla stella più brillante  dove esiste una struttura simile fatta di cristalli giganteschi. Sentite la pace nel cuore e ripetete: “Chiedo luce al futuro della mia anima” e “Prendo forza dal futuro della mia nima”. Fatto questo, girate fisicamente, in senso orario con le braccia aperte e tese e i palmi in su,  per 49 volte , affermando nel cuore l’intenzione: “verso la luce, verso l’amore e verso l’abbondanza”.

Ricentratevi qualche istante alla fine e ripetete ogni giorno la ricalibrazione. Come per ogni pratica energetica è necessario creare uno schema  neuronale praticando almeno 21 giorni quotidianamente. Se si fatica a girare non forzarsi, ma iniziare coi giri che si riesce a fare e incrementare gradualmente, sino ad arrivare senza sforzo a fare 49 giri.

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