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Alla ricerca dell’Uomo di Zucchero

Alla ricerca dell’Uomo di Zucchero

Ci sono storie che fanno pensare, anche solo per un secondo, distrattamente, un po’ “con la pancia”, che possa esistere nell’Universo un concetto assoluto e puro riconducibile alla parola Bellezza. Era il 1970 quando il Signor Sixto Diaz Rodriguez scriveva il suo primo album, Cold Facts, seguito dal secondo ed ultimo, Coming From Reality, solo un anno più tardi: una breve e silenziosa carriera, nata e morta nel raggio di 24 mesi, già succube dei ritmi bulimici dell’industria discografica americana dell’epoca, impietosa con chiunque metta a disposizione della comunità i propri colpi di genio se non corrisposti dal vil denaro. Sixto torna a lavorare nel ramo edile nella sua Detroit e, parallelamente, i vinili dei suoi due album giungono per vie traverse nella collezione di Steven Segerman, proprietario di un music shop di Cape Town in Sud Africa: quella che nei cinici States è una produzione artistica totalmente sconosciuta, diventa nello stato africano il baluardo della resistenza contro l’Apartheid, facendo registrare ai due album vendite superiori a quelle di Elvis Presley. I testi delle canzoni sono genuini e sognatori, la musica semplice ma originale, dominata dal suono caldo e rivoluzionario della chitarra. Sixto è un Dio invisibile in Sud Africa, nessuno sa dove si trovi, né se fosse ancora vivo, si sprecano le teorie sulla sua morte, se per overdose o addirittura sul palco con un colpo di pistola. Negli anni ’90 Segerman, in qualità di super-esperto di Sixto, viene ingaggiato per scrivere i contenuti extra per la versione CD dei suoi due album, nei quali lancia un appello a chiunque, come lui, voglia cimentarsi in una ricerca disperata che ha come oggetto l’uomo che ha dato speranza a milioni di sud africani, e che nessun sud africano ha mai visto di persona. Risponde all’appello Craig Bartholomew Strydom, giornalista e detective sud africano: dall’incontro dei due, partirà una ricerca incredibile a partire dai testi delle canzoni e dai documenti raccolti negli anni. Nel 1998, grazie ad uno dei suoi primi produttori, la cui città di residenza viene scoperta tramite una strofa, finalmente lo incontrano e gli raccontano di come lui rappresenti una leggenda nella cultura sud africana, convincendolo a tornare a suonare di fronte suoi innumerevoli fan, ed ormai anche ai loro figli. Dal 1998 Sixto Rodriguez ha fatto circa 7 anni di date in Sud Africa, registrando sempre sold out e per i quali non ha mai voluto un centesimo. Non sono ancora chiari i tragitti del denaro che spetterebbe a Sixto in virtù delle vendite record in Sud Africa, dei quali lui non ha mai saputo nulla e sui quali sono ancora in corso delle indagini. La storia di Sixto Rodriguez (detto anche Sugar Man, “Uomo di Zucchero”, dal testo di una canzone) sembra poter dimostrare il potere assoluto dei suoi pezzi che, seppur indifferenti al pubblico americano, hanno trovato un modo per venire fuori e sono stati un prezioso volano per resistere contro le atrocità che l’uomo metteva in atto in Sud Africa. Chissà quante altre storie simili ci sarebbero da raccontare che ancora non conosciamo o che non conosceremo mai. Come Robert Zemeckis dice per bocca di Tom Hanks in Cast Away, “domani il sole sorgerà e chissà la marea cosa può portare.”

Simone Cattaneo

Alcuni brani di Sixto:

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