Abbiamo
scritto molte volte sulle pagine del blog, parlando di sviluppi delle applicazioni della fisica quantistica, della responsabilità e possibilità delle nostre energie di creare risonanze di livello superiore come primo passo per modificare la realtà che ci circonda.
“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” diceva Gandhi avendo intuito che i nostri processi più sottili come le emozioni, i pensieri e i sentimenti in qualche misura rappresentano l’unico reale contributo di energia che costantemente immettiamo nell’infinito campo quantico che ci contiene e ci circonda.
Oggi parliamo della relazione che esiste tra consapevolezza e produzione energetica.
La consapevolezza è l’elaborazione di un processo di coscienza.
Se la coscienza accade in un dato momento, la consapevolezza riguarda la fase successiva di ciò che è arrivato alla coscienza, una sorta di ricapitolazione intima e personale.
Diventare consapevoli non è un processo mentale o didattico.
La consapevolezza non si impara né si studia. Non è un processo che va dall’esterno all’interno ma qualcosa di esclusivamente interno.
Diventare consapevoli significa rendersi conto, accorgersi, vivere un’ esperienza.
Quando diventiamo consapevoli di qualcosa è un fatto assodato, non esistono dubbi o incertezze, tutto il nostro “sistema” globale ne prende atto: dalle cellule ai muscoli, dal cuore alle viscere, dal corpo al campo energetico.
In termini di trasformazione dell’energia e della realtà esterna, la consapevolezza è qualcosa che riguarda esclusivamente noi stessi. Non possiamo accorgerci di qualcosa che riguarda gli altri, al limite possiamo farci un idea, possiamo vedere o sentire, con tutte le grossolane limitazioni dei nostri sensi. Abbiamo parlato più volte dell’inaffidabilità delle nostre percezioni, di come le impressioni sensoriali possano fuorviarci o farci identificare in emozioni e pensieri distruttivi.
La consapevolezza invece è un processo semplice, sereno e profondo.
Quando diventiamo consapevoli di qualcosa, ci accorgiamo e ci rendiamo conto, cadono le gigantesche fette di prosciutto che avevamo davanti agli occhi e vediamo con chiarezza una realtà che era li disponibile, che magari altre persone avevano intuito o colto qualcosa per cui magari abbiamo girato intorno a vuoto per mesi o per anni….
Quando ci accorgiamo di qualcosa. Il cambiamento è immediato.
Non serve “lavorare su di sé” (che brutta e logora espressione…) non serve impegnarsi più di tanto ma è naturale che affiori spontaneamente in noi la giusta dose di passione, di desiderio e di determinazione per attirare ciò che ci manca.
Sin tanto che siamo controllati e controllanti, la consapevolezza è impossibile.
Tutto è pesante, faticoso, impegnativo …. E se una parte di noi vorrebbe fare qualcosa, ce ne sono prontamente due o tre che si sabotano per non farla, che trovano scuse o alibi.
Quando si diventa consapevoli, il desiderio è puro come quello dei bambini.
C’è passione, c’è fuoco, c’è davvero una mancanza che diventa come una potente calamita capace di attirare sorprendenti cambiamenti nella nostra vita.
La consapevolezza modifica immediatamente la nostra percezione. Quello che prima sembrava impossibile diventa possibile, quello che non vedevamo adesso lo vediamo, l’ingrediente da modificare nella nostra ricetta ci appare evidente…..
Tutta la crescita personale ruota intorno alla consapevolezza.
Nessun cambiamento reale, nessuna guarigione, nessuna motivazione e nessun desiderio si attivano in modo cognitivo o didattico…..
Immaginate di essere convinti di avere una porta chiusa davanti a voi.
Nessuno può aiutarvi, non avete le chiavi, non sapete come uscire, non provate neppure ad uscire…..Ma nel momento in cui vi rendete conto che la porta non è chiusa a chiave ecco che in un batter d’occhio siete fuori!
Tutti i discorsi fatti sulle connessioni e sulla legge d’attrazione, tutti i meravigliosi sviluppi della fisica quantistica, tutto il fantastico potenziale umano come co-creatore della realtà è completamente subordinato alla consapevolezza.
Per creare potenti connessioni di consapevolezza è sufficiente la disponibilità ad aprirsi, l’umiltà di riconoscere che le nostre percezioni sono limitate, che il nostro sistema di credenze è pieno di convinzioni trappola radicate in noi sino al midollo, la semplicità dei bambini e la loro passione la disponibilità ad aprirsi all’ironia e all’autoironia, a non prendersi troppo sul serio e un allenamento instancabile nel riconoscere sul nascere le trappole mentali ed emotive dell’abitudine, della rigidità e del controllo….
Per fare spazio alla consapevolezza è necessario osare, farsi delle domande costruttive, depotenziare una giornata o un periodo storto affermando a noi stessi che tutto può essere ristrutturato come opportunità.
É il primo passo, con cui pian piano iniziare a renderci conto di cosa – esclusivamente in noi – blocca il flusso della creatività, della motivazione e della vita.
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