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Costruire e attivare nuove connessioni e realtà


Nel primo incontro abbiamo visto come l’essere umano sia una sorta di rice-trasmittente che produce e riceve frequenze energetiche che provengono / sono immesse da e nel campo energetico universale, e concorrono alla costruzione della realtà che viviamo.

Questo ormai è un dato scientifico consolidato.

Ci siamo chiesti cosa o chi regola la nostra “sintonia” e cioè da cosa dipendono le frequenze che inconsapevolmente costruiamo / riceviamo e abbiamo compreso come – in assenza di un attività specifica in questo senso – sia molto facile farsi “impressionare” dalle percezioni sensoriali.

I cinque sensi, che sono le porte della nostra percezione della realtà, sono continuamente sollecitati dalla vita quotidiana e tanto più ci identifichiamo nelle varie situazioni tanto più queste impressioni sono forti e la nostra energia di conseguenza è regolata passivamente.

Abbiamo capito che le impressioni sensoriali non solo condizionano la nostra produzione energetica ma vanno anche a interagire col materiale inconscio (l’ambiente che abbiamo soprannominato la “stanza dei bottoni”) e mettono in moto un meccanismo fisiologico di neuro associazioni, produzioni ormonali e un circolo vizioso di disagio che concorre alla nostra sintonizzazione energetica.

L’uomo – secondo gli scienziati moderni – è un partecipatore attivo della realtà, non solo un osservatore condizionante – e l’uomo che soffre, che è a disagio, identificato e bombardato dai sensi certo non produce delle grandi frequenze….

Sempre nel primo incontro – e nel blog abbiamo già toccato questo tema – avevamo visto come l’intenzione (energia cosciente e attiva) possa essere un mezzo potente per interrompere il processo dell’identificazione e del bombardamento sensoriale e farci spostare consciamente il focus altrove.

In pratica, se mi accorgo che una situazione o un evento mi sta “facendo male” (perché mi procura sofferenza, disagio, irritazione, preoccupazione o altre emozioni e pensieri distruttivi) posso interrompere questo processo accedendo ad una mia intenzione (ad esempio pace, serenità, ironia, fiducia o leggerezza) e oltre a stare meglio io, fare una cosa ecologica per chi mi sta intorno sospendendo un emissione di energia spazzatura nel campo collettivo.

Tutto molto bello a condizione che l’intenzione sia autentica e realmente nostra.

È come sostenere di voler cambiare canale e farlo realmente, non limitandosi a dirlo.

Abbiamo sperimentato come la pratica del test kinesiologico possa aiutarci a verificare se le nostre intenzioni sono reali oppure no, e abbiamo compreso come sia importante ritornare in uno stato di presenza nel qui ora, ad esempio facendoci dei promemoria sul cellulare, per abituarci progressivamente a “ricordarci di noi” e a non fuggire costantemente nel passato o nel futuro facilitando le impressioni sensoriali.

Nell’incontro di ieri sera ci siamo occupati del ruolo delle convinzioni limitanti.

Le convinzioni limitanti sono anche esse localizzate a livello inconscio (nella stanza dei bottoni)   sono attivate dalle impressioni sensoriali e a loro volta condizionano la percezione, creando un circolo vizioso.

Le convinzioni limitanti sono frasi dichiarative che non hanno attinenza con l’esperienza ma sovente la deformano o la generalizzano in modo grossolano.

Le convinzioni limitanti sono sovente mutuate dalla famiglia, dai condizionamenti ambientali e spesso sono luoghi comuni. Ogni convinzione limitante opera una chiusura e una forma di separazione, come un etichetta precostruita appiccicata addosso che riduce il nostro potere personale o un anatema energetico che attiva a sua volta impressioni distruttive.

Le convinzioni limitanti crescono con i falsi consigli del giudice interiore, prosperano nella rigidità e nel dogmatismo astratto.

Esistono convinzioni limitanti individuali e collettive e alcune sono entrate subdolamente nel nostro sistema di credenze.

Nell’ambito della medicina, ad esempio, molti medici hanno dimostrato – in perfetta risonanza con le scoperte della fisica quantistica – che esami strumentali, oggettivi e di laboratorio possono cambiare anche grossolanamente a seconda del nostro stato d’animo, dei pensieri sui quali siamo sintonizzati e della nostra energia…Eppure la credenza limitante che l’uomo sia un sistema chiuso e statico, come una macchina che si può misurare e alla quale si possono cambiare o sostituire dei pezzi, permane imperterrita.

Per superare le convinzioni limitanti dobbiamo imparare a darci dei permessi.

Il permesso è una meravigliosa energia semplice e immediata che il nostro inconscio conosce bene, un retaggio del nostro sé bambino spontaneo, capace di desiderare, essere appassionato e autenticamente volere.

Se un impressione – ad esempio – mi seduce sul giudizio o sulla presunzione, posso darmi il permesso a tutti i livelli di essere semplice e comprensivo, oppure leggero e aperto alla cooperazione.

Se ci concedessimo il permesso di guarire, di essere felici, di perdonarci, di stare bene o di essere sicuri e semplici nel nostro percorso quotidiano le cose andrebbero molto diversamente….

Ogni intenzione è un permesso che ci diamo.

Mentre il nostro piccolo, rigido e falso sé strutturato ci porta a identificarci nelle impressioni e a farci scazzottare da esse come un pugile, il nostro Sé superiore è sempre pronto e disponibile ad aiutarci a cambiare punto di vista, a operare una “conversione” se gli diamo il permesso.

I permessi sono appannaggio del nostro conscio.

Il conscio non serve a un granché, non sa fare pressoché nulla però ha il delicatissimo compito di vigilare sul sistema di permessi e di proibizioni.

Nell’infinito universo di variabili che la vita ci offre è il conscio che può operare una distinzione e lasciarci il diritto di connetterci su un’intenzione, anziché soccombere sotto il peso di un emozione o di un impressione…

Ad esempio, se leggendo queste parole voi sentite irritati o infastiditi ….è solo consciamente che potete darvi il permesso di andare oltre queste impressioni e di accorgervi se per caso possono esservi utili in qualche modo…

Siccome le impressioni e le convinzioni limitanti abitano nella stanza dei bottoni dell’inconscio, che come tale non possiamo conoscere, è perfettamente inutili arrovellarsi in modo cognitivo per capire i perché e i per come ed è molto più utile e semplice darsi il permesso di accorgersi, di accedere alla connessione superiore dell’intuizione o della sensibilità e ….lasciare che questo permesso operi a qualche livello.

Se abbiamo una visione spirituale della vita e se crediamo che dentro di noi, da qualche parte esista un frammento eterno (anima, sé superiore, essere di luce o come preferite chiamarlo) è molto semplice fermarsi un attimo, sedersi su una sedia e fare qualche respiro profondo, mettersi la mano sul cuore o sul petto e dare il permesso a questa parte di noi di essere percepita, sentita e di trasmettere pace….

Provate! Sarà sorprendente.

È sempre attraverso il permesso che possiamo verificare – in mancanza di un operatore o di una strumentazione di biofeedback se le tecniche o gli esercizi che utilizziamo ci fanno effettivamente bene.

Se il permesso apre la porta, è l’intenzione che stabilisce la strada ed è molto importante ricordarci delle nostre intenzioni in tutto ciò che facciamo…

C’è sempre un livello sul quale è possibile operare nel qui ora.

C’è sempre un intenzione possibile se ci diamo il permesso di trovarla.

Anche a livello di pratica individuale o di gruppo è molto importante stabilire un intenzione perché l’intenzione ha una sua frequenza e restringe il campo delle possibilità e la probabilità di disperderci o di ritornare passivi.

Enti governativi e gruppi di persone, in Australia e altrove hanno già sperimentato il potere di queste connessioni focalizzate, concentrandosi ad esempio sulla sicurezza e assistendo in tempo reale ad una diminuzione della microcriminalità….

La portata di ciò che si può fare focalizzandosi autenticamente su connessioni superiori e concedendosi il permesso di farlo è enorme…. Perché non provare?

Vi auguro buone connessioni, e vi dò un arrivederci al prossimo 14 gennaio per l’ultimo incontro di questo ciclo.

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