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Il Coaching OEP3


L’orientamento energetico psicofisico (OEP3) è un nuovo metodo di coaching per il ben-essere e la crescita personale che parte dal presupposto che sia possibile utilizzare meglio le immense risorse di cui sono dotati gli esseri umani, riconoscendo e cercando di evitare, gli enormi sprechi di energia e potenzialità che operiamo quotidianamente.

Per realizzare quest’obiettivo, con un lavoro di ricerca e sperimentazione iniziato oltre venticinque anni fa, OEP3 ha operato una sintesi tra proposte antiche e moderne, occidentali e orientali particolarmente finalizzate allo sviluppo della consapevolezza (fisica, mentale, sociale, emozionale e spirituale) in questa direzione.

Il punto di partenza dell’OEP3 è che le energie umane, come tutte le altre energie possiedano una loro  ciclicità, un movimento sinusoidale fatto di alti e bassi, una sorta di “ritmo”.

Che si tratti di energie fisiche (stato di forma, tonicità, vigore, elasticità, predisposizioni alle somatizzazioni) emozionali (umore, consapevolezza emotiva, auto controllo, capacità di gestire le frustrazioni o posticipare le gratificazioni, reattività, presenza a se stessi, ecc.) “sociali” (comunicazione efficace, empatia, apertura, capacità di cooperazione) mentali (chiarezza, capacità e velocità di elaborazione e apprendimento, auto valutazione e auto esplorazione, coscienza delle proprie convinzioni e valori, eccetera) o “spirituali” (consapevolezza di sé e identità, fede o fiducia, apertura all’invisibile e al trascendente,  gestione dell’impermanenza, rapporto con la morte, ecc.) tutti gli essere umani sperimentano  quotidianamente  una ciclicità e un “movimento” di queste energie. Tutto cambia rapidamente e ciclicamente: l’umore, lo stato di forma, le opinioni e le convinzioni, insorgono dubbi, si gestiscono le difficoltà in maniera diversa…

In sintonia con la matrice spirituale (e tipicamente orientale) che ne ha segnato lo sviluppo, OEP3 attribuisce enorme importanza alla componente di “scelta” individuale e di “potere personale”  che  determina i significati  e le angolature dalle quali osserviamo la realtà nel vivere quotidiano e nell’onorare i “nostri talenti”.

Anche gli scienziati moderni, da Heisenberg e Einstein in poi, hanno incominciato a parlare di “punto di vista dell’osservatore”, e di “potenzialità”, andando a ridimensionare l’idea di oggettività che accompagnava – nell’impostazione classica e causale – la descrizione della realtà e del nostro modo di reagire ad essa.

Parlando di energie umane, è palese come la realtà esterna attivi manifestazioni interiori (e di conseguenza esteriori) differenti in termini di “percezioni”, “convinzioni” e “significato”.  È possibile, ad esempio,  cambiare il proprio umore in una giornata di sole come di pioggia, al mare o andando a lavorare, da soli o in compagnia, ecc.

Tra le metodologie occidentali che hanno formato l’OEP3 c’è anche la PNL (programmazione neuro linguistica) che ha ottenuto enormi successi in vari ambiti, partendo dal presupposto che il concetto di “realtà” sia soggettivo. In PNL si preferisce parlare di “MAPPA della realtà” intendendo con essa il procedimento neuro fisiologico, sensoriale e linguistico che INTERNAMENTE ci porta a creare il nostro soggettivo “modello del mondo”, una rappresentazione che può essere più o meno efficace, corretta e funzionale per il raggiungimento dei nostri scopi.   La PNL non interviene nell’abito dei contenuti delle esperienze ma in quello della FORMA. Per la PNL ha poca importanza che un modello sia “giusto”  e persino che sia “vero”, quello che conta è che funzioni. Se la mia strategia per addormentarmi, ad esempio è “fare finta di dormire”, va benissimo; se quella per non irritarmi con il capufficio è immaginarlo vestito da coniglio che rosicchia una carota, anche. L’importante è il risultato.

Il pragmatismo della PNL si sposa perfettamente con un altro aspetto fondamentale dell’OEP3 di derivazione Orientale e Spirituale che è il concetto di “qui e ora” e di presenza mentale. Poiché la maggior parte delle dispersioni energetiche deriva dal mettere in atto un processo di identificazione in “qualcosa”, la presenza è un eccezionale strumento per attivare al meglio le nostre risorse.

Specialmente la tradizione buddista e taoista, hanno insistito su questo concetto mostrandoci come la “mente” spesso ci proietti nel passato o nel futuro, impedendoci di attivare il nostro potere personale nell’adesso che è l’unico “tempo” reale.  La tradizione buddista è arrivata a definire questo intervento inopportuno della mente e delle sue strategie di identificazione come la manifestazione di un “Falso sé” che occorre imparare a conoscere e smascherare.

Le implicazioni pratiche del concetto di presenza vanno al di là dell’immagine suggestiva e astratta del monaco zen che fa meditazione, specialmente alla luce delle più recenti e strabilianti  scoperte scientifiche sulla fisiologia  del cervello emotivo e sui rapporti tra mente e coscienza.  Il “grande errore” di Cartesio, come ha illustrato un grande neuroscienziato contemporaneo, Antonio Damasio, è stato proprio separare emozione e intelletto e gettare le basi per avvallare e dare dignità ad un colossale ed errato processo di identificazione dell’Io con la propria mente che è molto spesso causa di sofferenza e dispersione energetica.

Il Falso Sé identificato “mente”, altera la percezione della realtà, crea convinzioni inconsce talmente profonde da modificare, secondo alcuni biologi moderni, persino il nostro DNA e attivarne  o meno determinate caratteristiche.

Se dunque l’obiettivo dell’OEP3 è aiutare le persone a “orientare” le proprie energie, occorre capire la direzione verso la quale si vogliano indirizzare e la sua effettiva valenza e affidabilità ai fini del ben-essere, dei risultati  e della crescita personale, arrivando a riconoscere quanto l’intenzione nasca dal Vero Sé o dal Falso Sé identificato.

Come operare questa distinzione?

Col grande sviluppo delle attività di Counseling e Coaching negli ultimi anni, che essendo professioni non riconosciute, sono state praticate da “chiunque”, è venuta a galla (oltre all’inadeguata preparazione e competenza di molti) la scarsa affidabilità degli  interventi sul comportamento  condotti con strumenti  esclusivamente  razionali e cognitivi o sterilmente e superficialmente emozionali e  motivazionali. Con queste premesse, non son stati migliori nemmeno  i risultati ottenuti da parte di molti Psicologi e Psicoterapeuti certificati..

Comprendere l’Io con l’Io è un presuntuoso paradosso cerebrale; proiettare se stessi sugli altri, è una trappola comune nella relazione d’aiuto ed ergersi a giudici, depositari della “verità” o soccorritori è un vecchio inganno figlio del dogmatismo religioso deteriore.  Le persone non hanno più voglia né bisogno di sentirsi analizzate e vedersi evidenziare le loro incompetenze consce, ma piuttosto di sviluppare e sperimentare nuove competenze e strategie, tanto meglio se inconsce e facilmente assimilabili come automatismi…

Il grande sviluppo e successo delle terapie strategiche, della psicoterapia eriksoniana e delle terapie brevi, testimonia come si stia andando sempre più verso la ricerca dei risultati e delle soluzioni rispetto alla conoscenza dei “perché” e all’analisi cognitiva delle cause…

OEP3 è in risonanza con questa visione strategica. Un intervento di coaching, è tale solo se ottiene un preciso risultato.  Il coaching è per definizione un intervento in cui un professionista aiuta, motiva  e supporta un soggetto a focalizzare obiettivi e priorità, stabilendo, mantenendo e portando a termine un programma prestabilito attraverso criteri pragmatici e il più possibili rapidi ed efficaci.

Per non scivolare in una proposta astratta e semplicistica di “life coaching”  che vuol dire un po’ tutto e niente, OEP3 ha selezionato, sperimentato e decodificato “modelli” di orientamento energetico efficace  che possano essere riprodotti e proposti come alternative  efficaci alle più comuni situazioni di dispersione energetica.

Così come chiunque può giocare a tennis “a modo suo” ma i modelli più efficaci sono quelli che può insegnare un istruttore di tennis, OEP3 ha selezionato modelli consolidati per onorare ed esprimere al meglio le proprie potenzialità, migliorando il livello del ben-essere, i risultati e la crescita personale.

Per proseguire l’analogia con il tennis, così come l’istruttore esplora e corregge la strategia dell’allievo sul campo – osservando come gioca – e non certo a livello teorico, OEP3  parte dall’esplorazione della dinamica di dispersione energetica, osservando “cosa succede”,  “quando” e con quali modalità per cogliere le connessioni fra le varie dimensioni (fisica, mentale, emozionale, sociale o spirituale) e proporre alternative efficaci attraverso specifici esercizi da praticare per arrivare a sviluppare – senza sforzo – degli automatismi.

Tutti i Modelli OEP3 prevedono pratiche che coinvolgono il corpo (esercizi fisici, posturali, trattamenti su precisi punti corporei e modelli di respirazione che provengono dal bacino della medicina tradizionale orientale) le emozioni (tecniche di rilascio, respirazione, visualizzazione e programmazione derivanti sia dalla cultura orientale sia dalle applicazioni di PNL strategica) la mente (attraverso esercizi sul linguaggio, la percezione sensoriale, la pratica della presenza e dell’auto esplorazione, tecniche di rilassamento e respirazione per accedere alle risorse dell’inconscio, analisi e destrutturazione  degli auto sabotaggi e delle convinzioni limitanti e molto altro ) e la dimensione spirituale (attraverso l’uso di mantra, visualizzazioni, meditazioni, e lo pratica degli antichi  codici sincronici, già esplorati in ambito laico e scientifico da Jung)

Qualcuno potrà forse storcere il naso di fronte all’esplicita connotazione spirituale (che non ha nulla di religioso o settario né di dogmatico) dell’OEP3, ma il pragmatismo operativo e scientifico che anima il metodo, non può non tenere conto, degli straordinari  e misurabili risultati in termini di “felicità” e ben-essere  che produce la visione e la pratica spirituale. (Si vedano, ad esempio, gli esperimenti del progetto Mind Life sui monaci buddisti, i test condotti sul monaco Mathieu Ricard, definito dagli scienziati  l’uomo “più felice del mondo”  e gli studi dell’istituto HeartMath sulla variabilità e coerenza cardiaca,  che han dimostrato come un approccio empatico, fiducioso e aperto alla gratitudine favorisca enormemente il benessere, la cooperazione e la gestione dello stress.)

Tra i modelli OEP3 più semplici e apprezzati che lavorano sulle dispersioni energetiche quotidiane e ci aiutano a trasformarle in opportunità, vi sono:

  1.  “Scegliere e Depotenziare”, per spostare, in modo costruttivo, il “peso” del potere che diamo a persone, cose, emozioni percezioni  e situazioni

  2.  “ComunicAzione  serena e costruttiva” per sviluppare competenze sociali, e comunicare efficacemente, con autostima e consapevolezza emotiva

  3. ObiettivaMente Azione Creativa”   per ricercare e  elaborare le strategie più efficaci per conseguire obiettivi materiali concreti e verificabili.

  4.  “Scoprire è guarire” per fare la pace con ciò che succede, riconoscere, esplorare e trasformare auto sabotaggi, atteggiamenti, abitudini e convinzioni limitanti senza prenderle sul serio, imparando ad allineare i propri valori agli obiettivi.

  5.  “Liberi SempliceMente” per ridimensionare il lavorio mentale, chiamare le cose col proprio nome,  sviluppare consapevolezza e aprirsi al potere del qui ed ora

  6.  “Aprire il cuore di luce” per armonizzare in modo congruente mente e cuore,  trasformare i sentimenti, sostituire la fiducia alla paura, la gratitudine al giudizio

  7.  “RiattivAzione”, per superare la fase ciclica del calo energetico e della pigrizia,  evitare di giudicarsi e chiudersi dopo un fisiologico momento di “calo”, ripartire con entusiasmo e motivazione

  8.  “Cooperare e cocreare” per andare oltre il modello superato  e fallimentare di chiusura e separazione, imparare a ricercare l’unione  e ad amplificare la propria energia nel gruppo.

Questi e altri Modelli di Orientamento Energetico vanno assimilati ed applicati singolarmente o  insieme (secondo le  necessità) per aiutarci a vivere la nostra quotidianità in modo più sereno, adulto e consapevole e “onorare”  nel migliore dei modi il nostro “essere” e le nostre potenzialità.

Fine ultimo di OEP3 è operare l’alchimia di portare la terra in cielo e il cielo in terra, cercando di vivere  la vita di tutti i giorni, con la fiducia, la luce, la serenità e l’apertura che in genere si dedicano alle questioni spirituali e esprimere la propria spiritualità, il rapporto con il ciclo nascita/morte, la dimensione dell’impermanenza e i grandi misteri della vita con quel sano pragmatismo e quella concretezza che solitamente dedichiamo alle questioni materiali.

Per qualsiasi altra informazione e curiosità, consultate il nostro sito www.oep3.com

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