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Luci e ombre nel cambiamento personale

Aggiornamento: 29 set 2020


Il cambiamento personale, per tanto che possa essere facilitato da situazioni, persone o eventi, è sempre legato a un processo di consapevolezza e di ristrutturazione interiore.

Che si tratti di un cambiamento immediato, come quello da uno stato di disagio a uno di maggior benessere o di un cambiamento più profondo (generazione di nuove abilità o competenze, superamento di abitudini o di atteggiamenti) la scintilla del cambiamento è sempre la consapevolezza e cioè l’accorgersi dell’esistenza di alternative.

Il nostro mondo interiore e la nostra percezione sono soggettivamente un delicato groviglio di impressioni, convinzioni, esperienze pregresse e schemi di comportamento acquisiti diventati potenti neuro associazioni.

Le “cose” accadono per tutti.

Eventi, situazioni, alternarsi di stati d’animo, esperienze, sorprese…

Ognuno di noi attribuisce un significato differente alle cose che accadono e ognuno di noi reagisce o interpreta ciò che accade in modo soggettivo proprio in base all’imprinting del mondo interiore. È un fatto che possiamo accettare senza giudicarci, continuando anzi a mandare amore a noi stessi.

Poiché il nostro potere personale si esprime nel significato che diamo alle cose e nelle considerazioni che facciamo tra noi e noi, quando le cose “accadono”, è importante – passato l’effetto sorpresa – rimanere lucidi e fare attenzione a non rimanere identificati nell’evento.

L’identificazione, infatti, non aggiunge nulla a ciò che già sappiamo.

L’identificazione conferma la nostra impressione, la convinzione e la neuro associazione limitante. L’identificazione può assumere molteplici sfumature: voler aver ragione, lamentarsi, assumere un atteggiamento da “tifosi” rispetto a un idea, irrigidirsi, avere una reazione di deresponsabilizzazione nel ricercare subito la causa o il colpevole.

Qualsiasi sfumatura assuma l’identificazione è sempre la cosa più distante dal cambiamento.

Ognuno di noi ha le proprie abitudini inconsce, e nell’abitudine c’è il ripresentarsi di uno schema collaudato, anche se magari doloroso o inutile.

L’identificazione ripropone quello schema e i risultati saranno probabilmente gli stessi che già conosciamo.

Quando ci sembra di “non cambiare mai”, di “non riuscire a superare la cosa “, di “non essere in grado di agire diversamente in quel contesto o in quella relazione” sta succedendo proprio questo… Non ci rendiamo conto che siamo identificati e stiamo agendo o reagendo sulla base delle nostre abitudine pregresse.

Che cosa si può fare?

La luce del cambiamento personale si accende riconoscendo l’identificazione o lo schema e contemporaneamente mandando amore a noi stessi o perlomeno evitando di giudicarci o giudicare.

Nel momento in cui riconosco che mi sto identificando, interrompo il processo.

Smetto di reagire in modo automatico e ho la possibilità – nel qui e ora – di scegliere un’alternativa o quanto meno di iniziare a cercarla…

Posso iniziare a portare l’attenzione sui miei desideri, sugli obiettivi, sugli schemi comportamentali che mi piacerebbe adottare, sulle intenzioni profonde e ricordarmi cosa voglio realmente, quale cambiamento posso generare…

Il prezzo da pagare per operare questo stop e accendere la luce del cambiamento è rinunciare a quel “guadagno secondario” procurato dall’identificazione e dall’ego e cioè quella sottile soddisfazione rassicurante (anche se dolorosa) del ripresentarsi del solito copione inconscio che può assumere diverse sfaccettature: sentirmi “speciale”, essere al centro dell’attenzione altrui mentre mi lamento, far salire l’energia mentre mi arrabbio, monopolizzare un “pubblico” mentre pontifico e brontolo, farmi compatire e coccolare mentre mi struggo e altre manifestazioni del genere.

Non è facile accendere questa luce ma è davvero l’unica scintilla che può portare il cambiamento e – ad esempio – permettere ad un terapeuta di aiutarmi, percepire un intuizione illuminante o lasciare che la magia della vita mi prenda per mano e mi accompagni in una sincronicità luminosa fatta di nuovi e inaspettati incontri e possibilità.

Una volta iniziato il cambiamento, le vecchie abitudini inconsce continueranno certamente a ripresentarsi e non sarà facile riconoscerle e interromperle subito. Servirà pazienza e allenamento e magari sarà necessario farsi aiutare in questo percorso.

Ogni volta che l’identificazione si ripresenterà e saremo capaci a interromperla, nutriremo e faremo crescere la pianticella della presenza mentale, della consapevolezza e del cambiamento che vogliamo operare… diventando via via più fiduciosi , sicuri e desiderosi di raggiungere l’obiettivo stabilito.

Non sarà necessario opporsi agli schemi inefficaci delle vecchie abitudini e convinzioni limitanti né tantomeno prenderle di punta o detestarle, perché otterremmo come risultato solo il dargli energia e anziché nutrire la pianticella del cambiamento, ritorneremo a occuparci delle vecchie piante e dei loro frutti che già conosciamo bene e non ci piacciono.

Quando questo accade tuttavia, mandiamo amore a noi stessi e riconosciamo che è semplicemente un’altra identificazione e perciò non ha nulla a che vedere col cambiamento.

L’autogiudizio, l’auto accusa, il senso di colpa, il perfezionismo e il prendere di punta gli aspetti di noi stessi che non ci piacciono sono trappole del nostro giudice interiore e sono solo degli ostacoli al cambiamento…

Solo mandando amore a noi stessi, aprendoci all’auto ironia, prendendoci meno sul serio e accettando le nostre contraddizioni potremo realmente cambiare e amare le altre persone (o per lo meno lasciare loro il diritto di esistere) e comprendere le loro contraddizioni.

E così, facendo la pace con l’inevitabile alternanza tra luce e ombra e diventando sempre più consapevoli e capaci di depotenziare sul nascere le nostre vecchie abitudini limitanti ci accorgeremo, giorno dopo giorno, di come il cambiamento e la sua meravigliosa energia sia finalmente entrato nella nostra vita.

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